
I cibi per bambini che possono provocare pubertà precoce - zafferanodop.it
Cibo per bambini pericoloso: aumenta il rischio di pubertà precoce. Quali sono i prodotti da cui è importante stare alla larga?
Un recente studio presentato al congresso annuale della Endocrine Society a San Francisco ha lanciato un allarme importante sull’uso eccessivo di dolcificanti e zuccheri aggiunti nell’alimentazione infantile, evidenziando il rischio concreto di una pubertà precoce nei bambini, soprattutto in presenza di una specifica predisposizione genetica. La ricerca, condotta da un team di scienziati del Taipei Municipal Wan Fang Hospital e della Taipei Medical University, si basa sui dati raccolti nell’ambito del Taiwan Pubertal Longitudinal Study (TPLS), iniziato nel 2018 e che ha coinvolto oltre 1.400 adolescenti.
Dolcificanti e pubertà precoce: i risultati dello studio taiwanese
Il TPLS ha monitorato l’insorgenza della pubertà precoce centrale in 481 adolescenti, attraverso una combinazione di esami clinici completi, test ormonali, imaging medico e l’analisi di 19 geni noti per il loro ruolo nel controllo dell’età puberale. I ricercatori hanno incrociato questi dati clinici con le abitudini alimentari, valutando in particolare il consumo di dolcificanti quali sucralosio, glicirrizina e acesulfame K, oltre a zuccheri aggiunti.
L’evidenza emersa è netta: l’assunzione di dolcificanti influenza significativamente il momento dell’avvio della pubertà, e questo effetto varia in base al genere. Nei maschi, il consumo di sucralosio è risultato associato a un aumento del rischio di pubertà precoce centrale, agendo su meccanismi neuroendocrini specifici. Nelle femmine, invece, il rischio si alza con l’assunzione combinata di glicirrizina, sucralosio e zuccheri aggiunti, che alterano l’espressione genica coinvolta nello sviluppo sessuale.

La glicirrizina, componente presente anche nella liquirizia, ha dimostrato di modificare il microbiota intestinale favorendo uno sviluppo sessuale anticipato, mentre l’acesulfame K stimola il rilascio di ormoni sessuali attivando le vie nervose cerebrali legate al gusto dolce e incrementando i marcatori dello stress.
La pubertà precoce non è un fenomeno innocuo: oltre agli impatti psicologici evidenti, comporta rischi fisici quali una riduzione della statura finale da adulti, un aumento della probabilità di sviluppare malattie metaboliche e potenziali difficoltà riproduttive. Questi dati sottolineano la necessità di una maggiore attenzione da parte dei pediatri e dei genitori nell’evitare l’eccesso di alimenti e bevande dolcificate nella dieta dei bambini.
I dolcificanti oggetto dello studio sono ampiamente diffusi in numerosi prodotti di largo consumo infantile, come barrette energetiche, yogurt, bevande zuccherate e a calorie zero, gomme senza zucchero, cereali e persino alcuni farmaci. La frequente assunzione multipla di questi prodotti può portare a un accumulo pericoloso di sostanze, soprattutto per i soggetti con una predisposizione genetica specifica.
Gli autori della ricerca suggeriscono quindi che le future linee guida nutrizionali dovrebbero includere indicazioni puntuali sulla limitazione dell’uso di dolcificanti e zuccheri aggiunti nei bambini, accompagnate da uno screening genetico che permetta di identificare i soggetti a rischio.
Nuove prospettive di ricerca e prevenzione
Lo studio del gruppo taiwanese rappresenta una delle prime indagini su larga scala a correlare in modo dettagliato le abitudini alimentari dolcificate, il profilo genetico e l’insorgenza precoce della pubertà, aggiungendo un livello di comprensione cruciale delle differenze di genere nell’azione di questi composti.
Yang-Ching Chen, coordinatore del progetto, ha dichiarato: “Questo lavoro evidenzia come ciò che i bambini mangiano e bevono possa avere un impatto sorprendente e potente sul loro sviluppo, suggerendo che la moderazione nell’assunzione di dolcificanti potrebbe aiutare a prevenire la pubertà precoce e le sue conseguenze a lungo termine”.
Lo studio sottolinea inoltre l’importanza di considerare il ruolo dei dolcificanti artificiali e naturali non solo come semplici ingredienti alimentari, ma come potenziali interferenti endocrini capaci di modulare l’equilibrio ormonale e il microbiota intestinale, elementi chiave nello sviluppo puberale.