
Frutta con i pesticidi. quale evitare - zafferanodop
Anche la frutta che sembra innocua può nascondere residui di pesticidi: scopri quali varietà evitare se non sono bio e come ridurre i rischi per la tua famiglia con semplici accorgimenti quotidiani.
La frutta fresca soprattutto d’estate è un alimento che non può proprio mancare sulle nostre tavole: si tratta di una scelta gustosa ma soprattutto salutare, indispensabile per il nostro benessere. Eppure, spesso a nostra insaputa c’è un’insidia che rende questa scelta completamente all’opposto, se non del tutto pericolosa. Donne incinte o persone fragili dovrebbero fare maggiore attenzione quando si trovano davanti ad un piatto di frutta fresca.
Negli Stati Uniti, un’organizzazione indipendente chiamata EWG (Environmental Working Group) analizza ogni anno decine di migliaia di campioni di frutta e verdura per valutare la presenza di pesticidi. Il loro scopo non è creare panico, ma informare i consumatori su quali prodotti è più utile acquistare in versione biologica. I dati più recenti parlano chiaro: anche dopo essere stati lavati o sbucciati, molti frutti contengono residui di sostanze chimiche, talvolta anche quattro diversi pesticidi nello stesso alimento.
E’ il paradosso dei nostri tempi: si va alla ricerca del cibo sano ma ci si ritrova con potenziali bocconi avvelenati, conseguenze delle colture intensive e della cattiva gestione dell’agricoltura.
I “peggiori della lista”: la frutta da consumare con più cautela
Alcuni pesticidi penetrano sotto la buccia, altri resistono al risciacquo. In certi casi, è il coltello stesso che, tagliando la buccia contaminata, trascina i residui fino alla polpa che stiamo per mangiare. Una semplice abitudine come lavare accuratamente la frutta prima di sbucciarla può davvero fare la differenza.

Tra gli alimenti più contaminati secondo l’analisi dell’EWG, spiccano alcune varietà di frutta molto comuni nelle nostre case. Fragole, mele, uva e pesche sono tra i principali indiziati. Perché proprio questi? Innanzitutto perché vengono spesso consumati crudi, senza cottura, il che non permette ai pesticidi di degradarsi. In secondo luogo, la loro buccia sottile non offre una vera barriera contro le sostanze chimiche impiegate durante la coltivazione.
Le fragole, per esempio, risultano in cima alla lista da diversi anni. Le analisi mostrano che possono contenere anche più di dieci residui di pesticidi differenti. E non è una questione di paese: anche in Europa e in Italia l’uso di fitofarmaci è regolamentato, ma non assente. Lo stesso discorso vale per le mele, spesso lucidate per apparire più attraenti ma trattate in superficie con sostanze antimicotiche e insetticide.
Cosa possiamo fare? Non serve eliminare del tutto questi frutti dalla dieta – sono ricchi di vitamine e antiossidanti preziosi. Ma ci sono accorgimenti pratici che possiamo adottare per ridurre i rischi:
- Scegli biologico quando possibile, almeno per i prodotti più a rischio come fragole, mele e uva. I coltivatori biologici usano metodi naturali e controllati, con limiti molto più rigidi sull’uso di pesticidi.
- Lava la frutta accuratamente, anche se la sbucci. Passala sotto l’acqua corrente, strofinala con le mani o con una spazzola morbida, e asciugala con un panno pulito. Puoi anche usare soluzioni naturali a base di bicarbonato per rimuovere i residui superficiali.
- Taglia via le estremità e le parti più esposte. In molti casi, i pesticidi si concentrano sulla buccia o sui punti di contatto con i trattamenti agricoli. Eliminare alcune parti può ridurre il carico chimico.