
Perché il gelato può causare il mal di testa?(www.zafferanodop.it)
In estate, il gelato diventa uno dei piaceri più amati, ma per molti può trasformarsi in una fonte improvvisa di mal di testa acuto.
Questo fenomeno, tecnicamente definito ganglioneuralgia sfenopalatina o “mal di testa da gelato”, non riguarda solo il consumo di gelati, ma anche di bibite e alimenti molto freddi. Ma perché accade? E soprattutto, come si può evitare? Ecco un approfondimento aggiornato e dettagliato.
Il mal di testa da gelato si manifesta quando qualcosa di estremamente freddo, come il gelato o una bevanda ghiacciata, entra in contatto con il palato. In questa zona, i vasi sanguigni subiscono prima una contrazione e poi una rapida dilatazione. Questo brusco cambiamento provoca la stimolazione dei nocicettori, i recettori del dolore, che inviano segnali attraverso il nervo trigemino al cervello. Quest’ultimo, incapace di localizzare con precisione l’origine del dolore, lo interpreta come proveniente dalla fronte, generando quella fitta intensa e improvvisa che caratterizza il mal di testa da gelato.
La scienza medica riconosce questo disturbo come una forma di cefalea da stimolo freddo. L’International Headache Society lo ha formalmente classificato nel 1988, e secondo la sua definizione, il dolore si scatena con l’applicazione di uno stimolo freddo alla testa o alla bocca e regredisce rapidamente una volta rimosso lo stimolo.
Questa condizione è molto comune e si stima che circa un terzo della popolazione l’abbia sperimentata almeno una volta, con una maggiore incidenza tra chi soffre di emicrania. Nei soggetti emicranici, infatti, il sistema trigeminale risulta più ipersensibile, il che potrebbe giustificare la frequenza e l’intensità maggiore di questo tipo di cefalea.
Meccanismi fisiologici alla base del cervello congelato
Uno dei meccanismi più accreditati riguarda l’arteria cerebrale anteriore, che irrora la corteccia orbito-frontale del cervello. Quando il palato viene a contatto con un cibo molto freddo, l’arteria si dilata rapidamente per aumentare l’afflusso di sangue caldo e proteggere il cervello dal calo termico. Successivamente, però, arriva una vasocostrizione compensatoria per riportare il vaso alla sua dimensione normale. Il problema è che la vasocostrizione avviene più lentamente rispetto alla dilatazione iniziale, creando un temporaneo aumento della pressione sanguigna nella scatola cranica, che si traduce nel dolore intenso tipico del mal di testa da gelato.
Il nervo trigemino, che trasporta i segnali dolorosi dal volto al cervello, è il tramite attraverso cui il cervello riceve il messaggio di dolore riferito, cioè una sensazione dolorosa percepita in un punto diverso da quello dell’effettiva stimolazione (in questo caso, la fronte invece del palato).
Alcuni studi suggeriscono inoltre che il mal di testa da gelato potrebbe rappresentare un sottotipo di emicrania, dato che entrambi i disturbi condividono una risposta anomala agli stimoli sensoriali e un coinvolgimento del sistema trigeminale ipersensibile.

La prevenzione è semplice e si basa principalmente sulla moderazione nella velocità di assunzione di cibi e bevande molto fredde. Consumare il gelato o le bibite ghiacciate lentamente, evitando di inghiottire grandi quantità di freddo in un colpo solo, permette al palato di adattarsi gradualmente alla temperatura, riducendo la probabilità di scatenare il dolore.
Se il mal di testa da gelato si manifesta nonostante le precauzioni, esistono alcuni rimedi casalinghi efficaci:
- Premere la lingua contro il palato per riscaldare l’area e interrompere il segnale dolorifico.
- Bere un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente per aiutare a stabilizzare la temperatura nella bocca.
- Coprirsi bocca e naso con le mani e respirare rapidamente, in modo da aumentare il flusso di aria calda sul palato.
- Alcune persone trovano sollievo anche massaggiando delicatamente la radice del naso o inclinando la testa all’indietro per circa 20 secondi.
Il mal di testa da gelato è tipicamente di breve durata, solitamente pochi secondi, e raramente supera i cinque minuti. Se il dolore dovesse persistere o diventare più frequente, è consigliabile consultare un medico per escludere altre forme di cefalea.