
L’aerosol generato dallo sciacquone e la diffusione virale(www.zafferanodop.it)
Un recente studio ha ribaltato una pratica igienica diffusa: tirare lo sciacquone del WC con la tavoletta abbassata non basta più.
La ricerca, pubblicata sull’American Journal of Infection Control (AJIC), evidenzia come lo scarico produca un pennacchio di aerosol che si propaga su pavimenti, pareti e superfici vicine, indipendentemente dalla posizione del coperchio del WC.
I ricercatori dell’Università dell’Arizona, storicamente riconosciuta per le sue eccellenze in ambito scientifico, hanno analizzato la dinamica di dispersione delle particelle virali durante lo scarico del WC. La forza dell’acqua in movimento genera un aerosol che può raggiungere e contaminare superfici anche a oltre un metro e mezzo dal gabinetto. Questo fenomeno si verifica sia nei bagni pubblici, privi solitamente di tavolette copri WC, sia in quelli domestici, dove la tavoletta è presente ma non impedisce la propagazione virale.
Per dimostrare questo, gli studiosi hanno contaminato volontariamente alcuni WC con virus in quantità variabili, simulando condizioni di uso reale. Sono stati poi prelevati campioni dall’acqua del vaso e dalle superfici circostanti (sedile, pavimento, pareti). L’analisi statistica ha evidenziato che la presenza della tavoletta abbassata non riduce significativamente la quantità di virus depositato negli ambienti circostanti.
L’efficacia delle sostanze disinfettanti per la pulizia del WC
Un aspetto cruciale emerso dallo studio riguarda il ruolo fondamentale della pulizia con disinfettanti specifici. L’uso combinato di disinfettante e scopino per detergere le pareti interne del WC ha dimostrato di ridurre la carica virale sulle superfici adiacenti. Tuttavia, il sedile del WC rimane la zona più contaminata, sottolineando come la semplice presenza della tavoletta non basti a garantire l’igiene.
Ancora più efficace si è rivelata l’aggiunta di disinfettante direttamente nell’acqua del gabinetto prima dello scarico o l’installazione di dispenser di disinfettante nel serbatoio, sistemi che limitano la diffusione di virus all’interno dell’ambiente bagno. Tali accorgimenti risultano particolarmente raccomandabili in presenza di persone affette da infezioni gastrointestinali, come la gastroenterite, per prevenire il contagio intra-familiare.

La ricerca dell’Università dell’Arizona si inserisce in un contesto più ampio di studi sulle infezioni trasmesse per via ambientale, un tema di cruciale importanza sia per la salute pubblica che per la prevenzione domestica. L’attenzione si sposta dunque dalla semplice gestione visiva della pulizia a pratiche di disinfezione più mirate e scientificamente fondate.
L’Università dell’Arizona, fondata nel 1885 e con un corpo studentesco di oltre 40.000 unità, si conferma un centro di ricerca all’avanguardia. Oltre a questo studio sull’igiene domestica, l’ateneo è noto per le sue eccellenze scientifiche in settori come l’astrofisica, l’archeologia e la biomedicina. La sua facoltà di astrofisica, ad esempio, collabora con la NASA per lo sviluppo di grandi telescopi ottici e missioni spaziali.
L’impegno dell’università si estende anche alle innovazioni nell’ambito didattico, dove la gestione e l’acquisizione di video lezioni raggiungono livelli di eccellenza tecnologica. Con oltre 270.000 ore di video fruite dagli studenti in un anno, UA dimostra come la digitalizzazione e la ricerca scientifica possano progredire parallelamente per migliorare la qualità della vita e dell’educazione.